La Camera licenzia la riforma forense ed è un bene ma sulla specializzazione noi non molliamo.

L'Unione delle Camere Penali Italiane, pur ribadendo la necessità di modificare il regime della specializzazione, esprime apprezzamento per l’approvazione della riforma forense alla Camera. Si tratta di un obiettivo sul quale gli avvocati penalisti si sono molto impegnati ed ancor di più si impegneranno nel prossimo passaggio al Senato.
È fondamentale che l'Avvocatura ottenga il proprio statuto entro la presente legislatura e non venga, altrimenti, vanificato il grande lavoro, anche di approfondimento culturale, compiuto all’interno della stessa avvocatura e, successivamente, all’interno delle rappresentanze politiche.
Non bisogna dimenticare che, nel corso degli anni in cui si è sviluppato l’iter parlamentare, la situazione politica è mutata radicalmente. Con lo stravolgimento del quadro politico precedente, hanno preso l’avvento, non solo al governo ma anche all’interno dei partiti, forze che, perseguendo una finta liberalizzazione, miravano e mirano alla vera e propria liquidazione dell’avvocato, inteso come soggetto che si pone al fianco del cittadino nel confronto con il potere statuale o socio-economico.
Non più tardi di qualche mese fa le proposte sul tappeto erano nel senso dell'azzeramento dell'avvocatura, non bisogna dimenticarlo ai fini di una valutazione complessiva di quanto oggi avvenuto.
E' importante che la riforma completi al più presto il suo iter, perché la prossima legislatura possa aprirsi avendo risolto questo conflitto di fondo, anche in vista di un panorama futuro che potrebbe portare ad una composizione del Parlamento ancor più problematica di oggi.
Tra tutte le innovazioni contenute nel progetto di legge, è stata la specializzazione quella più direttamente oggetto della battaglia dei penalisti, grazie alla quale oggi diventa più concreta la prospettiva dell’ingresso nel nostro ordinamento giuridico di un istituto del tutto nuovo che avrà la funzione di ammodernare il ceto forense e rafforzare il diritto di difesa nel processo.
Detto questo, la regolamentazione licenziata oggi alla Camera dovrà trovare aggiustamenti proprio su questo tema, sia in parlamento che al momento della emanazione dei regolamenti che dovranno essere adottati anche dal CNF, con il quale il rapporto è stato di strettissima collaborazione, ed al quale va dato atto di essersi battuto lealmente anche su questo terreno assieme all'Unione ed alle altre associazioni specialistiche.
Già è stato sventato, allungando il termine del percorso alternativo alla frequentazione di una scuola di alta formazione, il tentativo di farne un titolo vuoto che si ottiene in modo automatico e senza effettiva verifica. Occorrerà nel prosieguo togliere l'esclusività delle università in ordine alle convenzioni che disciplinano la formazione degli specialisti, che peraltro determinerebbe problemi pratici per l’impossibilità di reggerne il carico, ed inoltre si dovrà dare alle associazioni forensi che da decenni esercitano ottimamente attività formativa un riconoscimento pieno e non soltanto indiretto come previsto dalla normativa approvata oggi.
La nostra iniziativa continua poiché la specializzazione è una riforma di struttura della professione.
La Giunta
Roma, 31 ottobre 2012

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