Giustizia a Lucca: i veri scandali ci sembrano altri
Unione delle Camere Penali italiane
Osservatorio sull’informazione giudiziaria
Giustizia a Lucca: i veri scandali ci sembrano altri
Da alcuni giorni l’informazione della Lucchesia è “scossa”, secondo il termine ipocrita utilizzato da una parte dell’informazione giudiziaria, da una vicenda “scandalistica”che coinvolge un magistrato del Tribunale di Lucca.
Una vicenda dai contorni oscuri, ma nei quali, dietro un’apparente imparzialità espositiva, i mezzi di comunicazione affondano la lama del dubbio in relazione a vicende del tutto personali che, mediante fughe di notizie degne di miglior causa, vengono propalate pubblicamente e senza alcuna solida ragione di pubblico interesse, almeno allo stato.
L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria dell’Unione delle Camere Penali Italiane da tempo si batte affinché la comunicazione prescinda dai profili personali delle vicende oggetto di attenzione giornalistica e si esima –anche a prescindere dal merito dei fatti- dal massacro mediatico delle persone a vario titolo coinvolte in vicende giudiziarie (come è divenuta quella in parola).
Nel caso in questione i brani giornalistici della stampa locale sono ricolmi di ricostruzioni al condizionale (“parrebbe, sarebbe, sembrerebbe”), ma senza riferire le fonti delle notizie e, soprattutto, della loro provenienza e della loro origine.
Nessuno, leggendo i quotidiani, riesce a comprendere come sia emersa la vicenda e, soprattutto, chi l’abbia fatta circolare, come si legge, “negli ambienti giudiziari di Lucca” e, soprattutto, per quale ragione.
Quel che è certo è che le vicende e le storie personali di chicchessia non hanno titolo alcuno per apparire sulla stampa; e se queste, poi, non siano autentiche o comunque siano dubbie, come potrebbe risultare, dovrebbero comunque essere coperte da riservatezza anche e soprattutto se portate, come nel caso in esame, alla attenzione della magistratura (vigendo, nel nostro sistema, il pur da tutti inosservato art. 114 c.p.p.).
Tanto che, da osservatori e “lettori”, verrebbe quasi da pensare che il magistrato in questione possa essere finito nel mirino di notizie confuse e ancora incerte (e magari diffuse ad arte) per avere fatto appieno il proprio dovere di giudice imparziale, libero da condizionamenti da parte di accusatori e difensori.
Ma naturalmente questo sarà la magistratura ad accertarlo e, magari, chissà, il CSM.
Si spera, però, che l’accertamento della verità e la informazione su tale accertamento prescinderanno da pruriginose ed ipocrite insinuazioni e da solo apparentemente imparziali ricostruzioni, che raggiungerebbero solo il risultato di distruggere anticipatamente la reputazione di un cittadino, incidentalmente magistrato della Repubblica.
In definitiva, abbiamo sempre pensato che gli scandali della giustizia fossero ben altri, dalla mancata terzietà del giudice, allo strapotere degli organi d’accusa, a certi modi di gestire e celebrare i processi nel nostro paese. Ma di questi scandali abbiamo l’impressione che l’informazione, giudiziaria o meno, si occupi con entusiasmo assai inferiore a quello del caso del giudice lucchese.
Roma, 3 gennaio 2016
L’Osservatorio sull’informazione giudiziaria UCPI
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